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L’Esodo nell’opera di Giulia Basel “Quell’Italia di là dal mare” ❤️ Giorno del Ricordo

di Donatella Bracali

“Quell’Italia di là dal mare” è un elaborato artistico di rara intensità, che definire “piece” o spettacolo teatrale è riduttivo…

La regista-attrice Giulia Basel ha condensato in circa 40 minuti il dramma dell’esodo e dell’abbandono, ancora più brucianti se percepiti come un tradimento, come accade in una famiglia non accogliente, ma divisiva, come accadde in Italia per i nostri esuli dall’Adriatico Orientale.

La Basel, grazie ad una ricerca meticolosa, ha attinto a testi di Autori celebri, quali Enzo Bettiza, Paolo Santarcangeli,Giani Stuparich,Scipio Slataper…ma soprattutto si è perfettamente immedesimata nei pensieri di due grandi scrittrici: Annamaria Mori e Nelida Milani, di cui ha colto le intime, personali fragilità dinanzi ai grandi rivolgimenti della Storia.

Una sequenza è dedicata anche al contributo di Myriam Paparella, esule da Zara. Per la prima volta la piccola città, “Dresda dell’Adriatico” vittima di violente, assurde azioni belliche, compare in questo spettacolo in tutta la tragica dimensione che le ha conferito lo splendido poemetto di Iginio Toth,”Jadra ad caedem”.

Le note musicali, tratte da opere di Tartini e di Verdi,la coreografia volutamente incentrata su colori cupi, hanno impreziosito la performance grazie ai contributi di altri collaboratori ed artisti del Florian Metateatro: Alessio Tessitore,Simona Ampolo Rella,Giovanna Barbati,Flavia Valloppi, i Vellaccio e tutti gli altri che si sono adoperati nella realizzazione di un evento artistico nel difficile periodo della pandemia..

Chi ha dato voce a tanto dolore con la sua arte merita un particolare plauso!

L’opera è stata presentata in prima streaming il 10 febbraio 2021 da FLORIAN METATEATRO onlus
Centro di Produzione Teatrale
. Drammaturgia e regia Giulia Basel, regia video Alessio Tessitore.

Non è vero che io, e tutti i trecentocinquantamila esuli istriani, siamo, eravamo, borghesi e fascisti. Non è vero che tutta l’Istria era slava e doveva tornare alla Jugoslavia. Non è vero che tutta la mia gente è solo nostalgica e irridentista”.

E se foste rimasti? Se con astuta pazienza foste rimasti in Istria, a casa vostra, le vostre case, le vostre stalle, le vostre campagne, i vostri appartamenti, non sarebbero stati occupati. Tutti i liberatori se ne sarebbero andati, uno dopo l’altro”

Non fummo noi a volercene andare; la verità era ed è che “loro” non ci volevano su quelle terre, di cui pretendevano di cancellare, insieme alla nostra presenza, anche la storia…”

Con questo dialogo a distanza – tra Anna Maria Mori e Nelida Milani, due straordinarie scrittrici, entrambe istriane di Pola, che mirabilmente esprimono le ragioni e i sentimenti degli “andati” e dei “rimasti” ma comunque esuli di un’Italia di là dal mare, che sopravvive oggi, e con difficoltà, più nel ricordo che nella realtà – ha inizio il lavoro che il Florian Metateatro ha realizzato con la collaborazione di ANVGD-Associazione Nazionale Venezia-Giulia Dalmazia e ADIM-LCZE Associazione Dalmati Italiani nel Mondo – Libero Comune di Zara in Esilio.

Con la legge n. 92 del 30 marzo 2004, il Parlamento italiano ha ufficialmente riconosciuto il 10 febbraio quale Giorno del Ricordo”, per commemorare la tragedia degli italiani vittime delle foibe e costretti all’esodo dall’ Istria, da Fiume e dalla Dalmazia nel secondo dopoguerra, nel contesto della complessa vicenda del confine orientale.

Il Florian Metateatro fa suo l’intento di diffondere la conoscenza dei drammatici eventi che costrinsero centinaia di migliaia di connazionali, abitanti in “quell’Italia di là dal mare”, a lasciare le loro case spezzando secoli di storia e di tradizioni. Il teatro, la poesia e la musica sono gli strumenti per avvicinare un dolore a lungo rimosso.

Il lavoro drammaturgico di Giulia Basel si basa su testi tratti dalle opere di Enzo Bettiza, Marisa Madieri, Marino Micich, Nelida Milani, Anna Maria Mori, Miryam Paparella Bracali, Paolo Santarcangeli, Ester Sardoz Barlessi, Scipio Slataper, Giani Stuparich, Fulvio Tomizza, Iginio Toth, Diego Zandel, tutti autori italiani esponenti del ricco patrimonio culturale giuliano-dalmata, che vanno a comporre un percorso emozionale che avvicina lo spettatore alla Storia e riescono a riportarci a quei giorni e al sentimento degli esuli e dei “rimasti”.

Le note al pianoforte di Simona Ampolo Rella e al violoncello di Giovanna Barbati, che eseguono brani del compositore istriano Pietro Tartini e di Giuseppe Verdi, gli interpreti: Giulia Basel, Donatella Bracali, Emanuela D’Agostino, Antonella De Collibus, Umberto Marchesani, Chiara Sanvitale, Alessio Tessitore, Flavia Valoppi, Alessandro Vellaccio, Anna Paola Vellaccio, Massimo Vellaccio. Suono in presa diretta Isabella Micati, fonico riprese musicali Renato Barattucci, assistente Matteo Panzieri.

Contatti Florian Teatro:


Ricordo come atto profondo del nostro essere perché ricordare deriva dal latino recordare re=indietro e cor=cuore. Il cuore umano inizia a battere prima che il cervello sia formato e per gli antichi il cuore era la sede della memoria.